IL CALBANESCO E LE CALBANE, UNA FAVOLA ROMAGNOLA

IL CALBANESCO E LE CALBANE, UNA FAVOLA ROMAGNOLA

C’era una volta il Calbanesco della fattoria Le Calbane. C’era una volta, ma sopravvive ancora. Ogni pianta superstite di quell’ettaro piantumato nel 1972 a Ricò custodisce i ricordi di Maria Milandri e della vita passata insieme al compagno Cesare Raggi.

Cesare, l’autore di questa storia, oggi non c’è più, ma Le Calbane si, e con loro la madrina.


Maria Milandri, nel giorno del suo ottantunesimo compleanno, ci ha accolto con lo stesso sorriso con cui colorava, con i pattini a rotelle, le piazze di quell’Italia in bianco e nero compressa dalle due Guerre. Quando la testardaggine e i sogni erano più un lusso che un vezzo.


Una sera passata in compagnia di ricordi e ospitalità romagnola, accompagnati dalle testimonianze liquide di un vino che il tempo sta rischiando di estinguere.


La storia de Le Calbane nasce nel 1972, quando Cesare Raggi e Maria Milandri, avvolti in un gomitolo di passione, decidono di acquistare un piccolo podere a Ricò, a due passi da Meldola, nelle prima quinta collinare del forlivese. L’intenzione iniziale è quella di avere un nido dove rifugiarsi nel tempo libero, ma il fascino del paesaggio li convince a costruire qui quella che sarà la loro abitazione principale.

L’abitazione è corredata da una piccola vigna promiscua, che viene parzialmente rifatta e ampliata nello stesso anno del loro insediamento. La varietà scelta è il sangiovese. Siamo sui 200 metri di altitudine, l’esposizione è rivolta a est e i terreni sono di argille ocra.

Le prime vinificazioni regalano un vino tutt’altro che banale, ma soprattutto permettono di identificare nell’habitat di quel nuovo ettaro alcune piante con un profilo ampelografico e fenologico incompatibile con quello del sangiovese. Duemila piante di una varietà che rimane a lungo ignota, ma che dal 1975 Cesare Raggi sceglie di vinificare separatamente nelle vasche di cemento vetrificato che sono a dimora nella cantina dell’abitazione. E’ la nascita del Calbanesco.


Il vino ottiene sin dalle prime edizioni un riscontro positivo inaspettato, sia dalla critica, sia dalla ristorazione. Luigi Veronelli e Gianfranco Bolognesi, il patron de La Frasca, sostengono il progetto con grande entusiasmo e contribuiscono alla notorietà di quel rosso misterioso e di notevole personalità.


Nato quasi per caso, il Calbanesco - battezzato in quel modo in onore del luogo di provenienza – si insedia rapidamente nelle carte dei vini dei ristoranti più blasonati del Belpaese e sulle tavole istituzionali. Nel 1986 è il vino scelto per festeggiare la visita di Papa Giovanni Paolo II a Forlì.


Nonostante tutto la produzione resta sempre limitatissima, la vigna originale non viene mai ampliata e le bottiglie non superano le millecinquecento. Anche la burocrazia sembra volere arginare la diffusione di un vitigno di cui si sa così poco.


Quando nel 2012 l’esame del dna rivela che il vitigno da cui nasce il Calbanesco appartiene alla famiglia clonale del Montepulciano d’Abruzzo, Maria Milandri è già rimasta sola alla guida de Le Calbane e lo scorrere del tempo ha progressivamente affievolito la leggenda e la produzione di questo vino. Eppure il Calbanesco vive ancora. A prendersi cura delle piante superstiti, insieme a Maria Milandri, c’è da un paio di anni la giovane e talentosa Lisa Masini, a cui auguriamo di poter scrivere il seguito di questa romantica storia romagnola. 

DI FILIPPO APOLLINARI E VITALIANO MARCHI
RECENSIONI DI VITALIANO MARCHI
Visto il contesto emotivo in cui si è svolta la degustazione abbiamo preferito tralasciare l'aspetto analitico (ovvero il punteggio) dei singoli assaggi. Tutti i vini hanno mostrato uno stato evolutivo sorprendente per l'età anagrafica e una grande capacità di resistere all'ossigeno. Se il peculiare carattere speziato (in particolare di liquirizia) si amplifica nelle annate più calde, la struttura è apparsa invece solida e polposa in tutte le versioni.

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CALBANESCO 1996 LE CALBANE

Il colore è un bel granato con riflessi aranciati, vivo, luminoso. Al naso emergono in prima battuta profumi terziari di tabacco, di sottobosco, di cenere e di note affumicate. Piano piano emerge il frutto, nero, maturo, una mora succosa. L’assaggio è sorprendente per slancio e freschezza, la struttura è scalpitante, accesa da un’acidità saporita e tannini integrati. Il finale è lunghissimo e fruttato.

REGIONE: EMILIA ROMAGNA
PRODUTTORE: LE CALBANE
DENOMINAZIONE: VDT
NOME: CALBANESCO
ANNO: 1996
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CALBANESCO 1995 LE CALBANE

Il colore in questo caso è più cupo di quello del vino precedente. Al naso si percepisce immediatamente una nota fruttata di prugna matura, arricchita da note affumicate, speziature fini ed un cenno amaro di rabarbaro. Il sorso è bello strutturato, i tannini ben presenti anche se integrati; sorprende anche in questo caso una freschezza mai invadente, slanciata, che lo accompagna in una chiusura lunga e gradevole.

REGIONE: EMILIA ROMAGNA
PRODUTTORE: LE CALBANE
DENOMINAZIONE: VDT
NOME: CALBANESCO
ANNO: 1995
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CALBANESCO 1990 LE CALBANE

Il colore è splendido, un rubino appena aranciato, di grande luminosità. Al naso invece dimostra un’evoluzione piuttosto avanzata, con note di tartufo e porcini. Il frutto, pur presente, stenta ad emergere e resta piuttosto compresso. All’assaggio è sorprendente per integrità ed equilibrio. Dinamico e lunghissimo. 

REGIONE: EMILIA ROMAGNA
PRODUTTORE: LE CALBANE
DENOMINAZIONE: VDT
NOME: CALBANESCO
ANNO: 1990
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CALBANESCO 1988 LE CALBANE

Il colore è piuttosto cupo, poco trasparente. Al naso è austero, lascia intravedere una discreta complessità, così come nei vini precedenti, ma non si lascia mai andare, anche aspettando e roteando il bicchiere, non si riesce a distendere più di tanto. Anche la bocca resta piuttosto inespressa, senza mantenere quello slancio fresco che avevamo avuto come filo conduttore nei vini precedenti.

REGIONE: EMILIA ROMAGNA
PRODUTTORE: LE CALBANE
DENOMINAZIONE: VDT
NOME: CALBANESCO
ANNO: 1988
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CALBANESCO 1987 LE CALBANE

Colore granato vivace, quasi brillante. Al naso è incredibilmente sfaccettato, è un continuo alternarsi di frutti neri, mora e ciliegia, con un corredo di spezie, anice stellato, cannella, fiori passiti, tabacco e note minerali di terra bagnata. E’ un continuo avvicendarsi di nuovi riconoscimenti. Il sorso lo definirei affilato, nonostante la polpa non sia mai carente. La grande freschezza gli dona slancio, verticalità ed una persistenza davvero notevoli.
 
REGIONE: EMILIA ROMAGNA
PRODUTTORE: LE CALBANE
DENOMINAZIONE: VDT
NOME: CALBANESCO
ANNO: 1987
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CALBANESCO 1986 LE CALBANE

Già dal colore, un granato luminosissimo, l’accoglienza è ottima. Al naso si viene conquistati dall’eleganza e dalla qualità sfaccettata dei profumi. Frutti rossi che ricordano il lampone e la ciliegia; spezie dolci, un tocco balsamico, foglia di tabacco in un quadro olfattivo ampio e cangiante. La stessa eleganza e lo stesso equilibrio li ritroviamo all’assaggio: i tannini sono di pura seta, la struttura è aggraziata e la freschezza dona slancio e persistenza. Un grandissimo vino.

REGIONE: EMILIA ROMAGNA
PRODUTTORE: LE CALBANE
DENOMINAZIONE: VDT
NOME: CALBANESCO
ANNO: 1986
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CALBANESCO 1978 LE CALBANE

Il colore è un granato piuttosto cupo, autunnale. Anche se è ancora intatta l’impronta speziata del vitigno, al naso dominano i profumi terziari del sottobosco. L’assaggio mostra un vino mansueto nella spinta e appena crudo nella struttura tannica. Un dubbio sulla tenuta del tappo lascia la speranza di poter incappare in qualche 1978 più vitale.

REGIONE: EMILIA ROMAGNA
PRODUTTORE: LE CALBANE
DENOMINAZIONE: VDT
NOME: CALBANESCO
ANNO: 1978